Il Teatro delle Scuole 2008
Mercoledì 28 maggio, ore 20.30 - Sala InterAction
LICEO CLASSICO “MARCO MINGHETTI” - BOLOGNA
IL TEATRO DEL GRAND GUIGNOL
I° Atto: L’Innocente Criminale, di R. Dubreuil e L. Latourrette
II° Atto: Delitto in Manicomio, di A. De Lorde e A. Binet
regia Dimitri Pasquali
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PRESENTAZIONE
Il Grand Guignol inizia a ruggire in Francia verso la fine dell’ Ottocento (gli ultimissimi anni ): devastante, imperativo, oscuro, da brividi. Il pubblico è in sala, il buio raggiunge gli animi, il sipario si “ leva “ e l’ obrobrio comincia. La sporcizia delle strade francesi, la doppiezza “ naturale “ dell’ uomo, la parte oscura dello spettatore trova, nel G. G., la sua catarsi primigenia; un orgasmo a fiato trattenuto. Forse un teatro leggero, scontato, una teatralità allacciata a denominatori di orrore, di fastidi, di sterco e vomito: odori scomposti. Un orrore che va oltre il palcoscenico per stingere sui fatti della vita quotidiana. Al G.G si va per “ essere messi a disagio “, per “ far una serata diversa “, partecipare ad una emozione proibita. Si ma non è tutto qua: c’ è un aspetto politico di alto valore, nella grande produzione letteraria e drammaturgica del G.G. ; come sostiene Corrado Augias, a torto, “ una sotterranea vena politica spesso involontaria “. Il primo dei due testi che reciteranno i miei ragazzi/attori “ l’Innocente Criminale “, affonda pesantemente le mani nella politica e nella giustizia/ingiustizia ed il risultato non è valutabile in una sotterranea vena politica ma, al contrario, in una gigantesca arteria: pulsante, squarciata che fiotta sangue caldo e agonizzante e che urla per paura di non essere udita. Grida la sua condizione. La seconda opera, “ Delitto in Manicomio “, non è altro che un affresco, composto da tinte grigiastre e crepuscolari, nel quale affiora pesantemente la condizione della pazzia, della diversità, della solitudine e del disagio ( temi assai cari ai maestri del G. G. ). Il Teatro Guignolesco mi permette di far conoscere ai ragazzi questo scorcio di palcoscenico e di pensiero, trasmettendo loro l’ importanza teatrale del gioco con il corpo, con la voce e con la maschera facciale: mi permette di evidenziare il contrasto fra questi tre canali comunicativi, di farli interagire tra loro con denominatori diversi. Insomma: mi consente di avvicinarli al “ mestiere dell’ attore “. Un plauso ai quattro autori che hanno avuto il coraggio di raccontare frammenti della “ condizione umana “. Un abbraccio, forte, ai miei ragazzi che hanno saputo essere liquidi e si sono ben calati nei panni dei personaggi, rendendoli sfaccettati a tutto tondo: bravi!
mercoledì 16 aprile 2008
IL TEATRO DEL GRAND GUIGNOL
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